Dall’intervista con WeWealth- link all’articolo originale
"Per costruire un ottimo portafoglio serve visione d’insieme, chiarezza di intenti e idee forti per ottenere rendimento" spiega il private banker Fabio Pizzocheri
Tanti risparmiatori, vista la volatilità dei mercati, restano alla finestra rinviando la scelta di investire oppure deviano dal loro piano d’investimento a lungo termine: si tratta di un errore cruciale
Il primo obiettivo nel costruire un portafoglio è che deve essere ben diversificato ma con investimenti che abbiano una correlazione tra loro adeguata all’obbiettivo di investimento
“Capire l’orizzonte temporale è fondamentale perché nel lungo periodo alcuni investimenti portano a risultati migliori rispetto ad altri”
Italiani, popolo di risparmiatori. Ma non di grandi investitori visto che sui loro conti correnti giacciono parcheggiati 1.400 miliardi di euro di liquidità che con l’inflazione attorno al 10% perdono ogni mese di valore. In Italia, poi, c’è ancora la tendenza a puntare su strumenti a basso rischio come titoli di Stato, conti deposito e polizze, prodotti che in passato potevano essere soluzioni ideali su cui investire, mentre nel contesto attuale, con i tassi d’interesse e i prezzi in continua ascesa, l’esposizione ai mercati finanziari, soprattutto quelli azionari rimane la strada maestra per generare rendimenti nel lungo termine. Per farlo, però. Bisogna familiarizzare con i concetti che fanno parte del gioco e permettono di conseguire rendimenti.
L’errore cruciale quando si investe
Eppure sono tanti i risparmiatori che, vista la volatilità dei mercati prima causa Covid e poi per la guerra tra Russia e Ucraina, restano alla finestra – rinviando la scelta di investire – oppure deviano dal loro piano d’investimento a lungo termine. Si tratta di un errore cruciale, perché quando si investe, il tempo è il miglior alleato dell’investitore. Se guardiamo alle serie storiche, infatti, i mercati hanno dimostrato di essere sempre in una traiettoria di crescita e ci sono poche alternative ai mercati azionari quando si parla di crescita del capitale. Per questo è meglio optare per investimenti in grado di generare rendimenti positivi nel lungo termine all’interno di un portafoglio ben diversificato e con una grande attenzione alla gestione del rischio.
Ma andiamo per gradi. “Il primo obiettivo nel costruire un portafoglio è che deve essere ben diversificato ma con investimenti che abbiano una correlazione tra loro adeguata all’obbiettivo di investimento” sottolinea Fabio Pizzocheri, Private Banker di Sanpaolo Invest. “Serve visione d’insieme, chiarezza di intenti e idee forti per ottenere rendimento”.
L’importanza della diversificazione
Costruire un portafoglio ben diversificato significa ripartirlo tra diversi strumenti finanziari e asset class, mescolando quindi tra loro varie tipologie di investimenti, anche con l’obiettivo di ridurre l’impatto (e il rischio) che la singola attività può produrre in caso di rendimenti negativi o altri imprevisti. “Per esempio, si può diversificare anche all’interno della stessa asset class contenuta nel proprio portafoglio. Infatti, se già possiedo fondi obbligazionari, che però investono esclusivamente in bond governativi, posso aggiungerne altri specializzati in corporate bond di qualità o legati all’inflazione, con strategie adatte alla diversificazione dell’obbligazionario a cui sono esposto” spiega Pizzocheri.
“Invece sul fronte dell’azionario, attenzione a decidere di essere aggressivi su determinate aree tematiche nella costruzione del portafoglio complessivo. Se credo nelle materie prime o nel boom della robotica, investendo prevalentemente su questi temi, magari “catturo” una forte crescita in questi settori, ma rischio una scarsa diversificazione che ha un prezzo quando il boom finisce e non siamo investiti in altri settori dell’economia. I “tematici” sono anche delle scommesse e per questo bisogna comprendere che se si mette una quota importante dei propri risparmi in un determinato tema e come dire che si è sicuri che quello sarà il migliore in assoluto tra tanti”. Meglio, allora puntare su soluzioni che abbiano come sottostante tanti temi, “che garantiscono una solida diversificazione e che siano sostenibili non per un instante ma per un orizzonte temporale in cui il loro valore venga cementato nell’economia”.
La scelta dell’orizzonte temporale
Un altro elemento fondamentale è la definizione dell’orizzonte temporale, inteso come il tempo necessario a raggiungere il proprio obiettivo di investimento. Ancor più precisamente, per orizzonte temporale si intende solitamente l’arco temporale – più o meno esteso – per il quale il risparmiatore è disposto a rinunciare a parte delle proprie disponibilità finanziarie per conseguire un determinato scopo che, a propria volta, sarà proiettato in un momento più o meno distante nel tempo.
“Capire l’orizzonte temporale è fondamentale perché nel lungo periodo alcuni investimenti portano a risultati migliori rispetto ad altri” continua Pizzocheri. “Ritengo che un investimento ci dovrebbe accompagnare per tutta la vita, il portafoglio fa parte del nostro contesto personale e bisogna andare alla ricerca del rendimento più efficiente in base al proprio progetto di vita”.
Questo non significa che le scelte fatte dagli investitori con l’aiuto del consulente di fiducia siano scolpite nella roccia… “Il portafoglio è un essere vivente e il consulente, che è in contatto profondo con i mercati finanziari, è fondamentale per calibrare gli investimenti, per aggiustare la rotta”.
Secondo Pizzocheri, infatti, “serve un check up annuale del portafoglio, mentre un controllo in profondità – sulla logica con cui è stato costruito – deve essere fatto almeno ogni cinque anni, salvo eventi straordinari”.
In equilibrio tra azioni e obbligazioni
Un altro step fondamentale è in quale percentuale puntare su azioni e obbligazioni. In passato il “portafoglio ideale”, che ti accompagnava per tutta la vita, era quello investito al 40% in bond e al 60% in azioni. Ma ha ancora senso? “Io sono per chi crea valore, per le aziende, per le azioni. L’azionario, infatti, è un incontro raro di idee, capitale umano e risorse. Il debito non esattamente. Per questo l’azionario è intrinsecamente di un valore superiore al debito.
Certo, una quota di obbligazionario in portafoglio ci deve essere in determinati periodi economici, e se anche ritengo che nei prossimi anni l’inflazione sarà strutturalmente superiore a quella vista anche solo nel decennio precedente, osservo che andiamo verso un mondo di corporation sempre più strutturate e performanti. Per questo credo che in futuro l’azionario si confermi la scelta vincente”.